9° giorno - da Marina di Bosa a s'Archittu


lunedì 7 giugno 2010
Partenza: 174.570km ore 9 30


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Questa mattina si parte e siccome abbiamo un programma impegnativo, per non perder tempo, abbiamo provveduto a saldare il conto ieri sera (11,00€ avendo pagato come auto, sarebbero stati 15,00€ per il camper, abbiamo inoltre speso 4,00€ per l'uso del bagno e docce calde, comodissime ed a nostro piacimento), meno male, altrimenti saremmo partiti oltre un'ora più tardi, quando finalmente sono arrivati gli addetti, come abbiamo poi appurato, incontrando più tardi chi ha pagato al mattino.
Abbiamo subito visitato Bosa, interessante cittadina dal glorioso passato ad ere alterne; si sviluppa su un porto canale, costituito dal fiume Temo, sulle cui rive si notano le costruzioni modulari di sas Concas, le concerie, favorite dall'abbondanza d'acqua, ormai dismesse ed in parte riutilizzate in vari modi, apparentemente, anche abitativi. Notevole il Castello di Serravalle e la romanica Cattedrale di San Pietro.
Bosa Marina - Lungotemo - sas Concas
 Lasciata Bosa Marina, andiamo verso l'interno, raggiungere ilNuraghe Losa e Paulilatino; per strada ci imbattiamo in Tinnura, un piccolo centro, che ci rapisce per le sue coloratissime e coloritissime originali fontane ed i murales, generalmente raffiguranti eventi di vita reale a dimensioni reali, che traggono in inganno, ad un certo punto non si capisce qual'è la realtà e quale la pittura.

Tinnura - Fontana

Tinnura - Murales

     
Flussìo - Cestini in Asfotelo
 Quasi senza soluzione di continuità si raggiunge un altro paesino, Flussìo, patria di particolari cestini, realizzati con foglie di Asfotelo diversamente trattati. Ne acquistiamo uno, quello posto in alto a sinistra della foto per 15,00€, ora è sul nostro terrazzo, le mollette per stendere i panni hanno finalmente trovato una collocazione stabile. 
Siamo nella zona di Macomer ma non riusciamo a trovare i Bétili di Tamuli, incontriamo invece due Tombe dei Giganti a su Pranu, nei pressi di Abbasanta, sono molto in rovina, senza cura e con scarsissima segnaletica, solo la nostra "tigna" nel cercare le cose che ci interessano particolarmente ci consente di trovarle.
Tomba dei Giganti in rovina a su Pranu
Nuraghe Losa - Tholos
Siamo in breve al Nuraghe Losa, è costituito 
da una torre centrale a tholos, circondata da altre tre più piccole, che, a differenza di Santu Antine, non sono collegati a formare un cortile interno scoperto ma da camminamenti coperti. Anche questo ha tutt'intorno un villaggio, le cui abitazioni esterne sono collegate da muraglioni a costituire una unica struttura superbamente fortificate, che chiaramente aveva dominato i dintorni, costituendo un forte deterrente contro invasori, sicuramente intimoriti da tale possanza.

Raggiungiamo Paulilatino, che annovera nel suo territorio una infinità di vestigia di diverse epoche, ovviamente la fa da padrona l'epoca nuragica e dintorni con un Nuraghe Monotorre, Menihir, un villaggio con una interessantissima e ben conservata area riunioni, fornita di opportuni sedili, c'è anche una capanna, lunga 14 metri e perfettamente conservata, come anche il Pozzo Sacro di Santa Cristina con una scalinata eccessivamente restaurata per consentire la discesa sicura ma un magnifico foro per la presa d'aria e luce. Tutta l'area ha subito una pesante influenza di cristianizzazione, è infatti sede di varie feste campestri, testimoniate dalle notevoli cumbessias

Pozzo Sacro presa di luce e aria
Paulilatino - Nuraghe Monotorre
Menihr

La giornata volge al termine, siamo diretti a s'Archittu è nostra intenzione ammirare l'arco naturale nella falesia al tramonto ed all'alba, dovremo quindi trovare li il posto per dormire. La strada ci porta a passare per Santa Caterina di Pittinuri, la guida ci dice che nel prato antistante la chiesa sono stati sistemati dei bétili appena restaurati. Non vogliamo perderceli e li cerchiamo, facile arrivare alla chiesa, difficilissimo è individuare i monumenti preistorici di immenso interesse, persi, come sono, tra la vegetazione selvaggia, che invade lo spiazzo antistante la chiesa. Non capisco il perché di tale sistemazione se poi devono subire una tal sorte; immagino che sia responsabilità del parroco che, a prescindere dalla loro presenza, dovrebbe preoccuparsi di tenere pulito tale spazio ed invece non se ne occupa, malgrado la loro presenza. Purtroppo è una ulteriore constatazione della incompetenza di tanti che vengono omaggiati di opere d'arte e non le tengono in debito conto. Questo è probabilmente retaggio della avversione che la chiesa ha dovuto esercitare nei confronti di simili monumenti, non sono molti decenni che simili presenze sono state avversate, continuando a rimanere oggetto di venerazioni e manifestazioni fra il religione e superstizione, quando la chiesa non riusciva ad averne ragione, ricorreva a mortificanti e stravolgenti interventi di cristianizzazione forzata, scolpendovi croci, scavandovi nicchie in cui porre altri simulacri, questa volta cristiani.
A s'Archittu ritroviamo una simpatica coppia di comaschi, che avevamo lasciato all'area attrezzata di Bosa Marina, lui un militare in pensione con due baffoni autoritari, la signora, una donnina dolce e paziente e due cani di cui la femmina aveva addirittura 19 anni. Sono stati loro a raccontarci che gli addetti dell'AA erano arrivati verso le 11. Ci parcheggiamo in una tranquillissima piazzetta in fondo al paese, ultimo parcheggio per chi vuol vedere il famoso arco al cospetto del quale aspettiamo il tramonto. Dopo cena andremo a gustare dei Cantuccini con Vinsanto dai vicini e faremo tardi tra racconti di viaggi ed avventure.

Arrivo: 174.720km ore 19 00
Percorsi: 150km


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