10° giorno - da s'Archittu a Barumini

martedì 8 giugno 2010
Partenza: 174.720km ore 8 30


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Prima dell'alba sono già appostato per fotografare l'arco con le prime luci. Credo proprio ne sia valsa la pena, lo spettacolo è stato meraviglioso e mi auguro di essere riuscito a renderlo, almeno in parte, nelle foto.
Partiamo subito, gli amici comaschi dormono ancora, per essere pronti a partire subito al mattino, li abbiamo già salutati ieri sera.
Abbiamo da fare il carico dell'acqua, sappiamo dove, ieri sera avevamo visto una fontana all'inizio del paese.





Fatta rapidamente la scorta d'acqua, partiamo in direzione di San Giovanni di Sinis una frazione di Cabras, posta all'inizio dell'istmo che porta a Capo San Marco. Qui c'è una chiesa paleocristiana addirittura del VI secolo, San Giovanni Battista, appunto, affascinante nella sua estrema sobrietà senza tempo.
Ci dirigiamo verso la magnifica Tharros, affacciata su un mare splendido. L'esposizione di questa città è meravigliosa, ad essa dovette la fortuna storica, durata vari secoli in cui fornì approdi sicuri con ogni tipo di mare; lascia trasparire dalle sue poche vestigia sopravvissute tutta la potenza e l'organizzazione urbanistica, che lascia esterrefatti se si pensa che è nata punica ed è stata rifondata dai romani nel 238 a. C.. Strabilianti il legibilissimo sistema fognario ed i luoghi di culto, evidenti ed esposti molto bene dagli addetti in loco.

Siamo in piena Penisola del Sinis, ci dirigiamo verso lo Stagno di Cabras sulle cui rive si affaccia San Salvatore di Sinis, piombiamo in piena atmosfera Far-West, riconosciamo infatti alcuni dei villaggi messicani dei Spaghetti-western. Non sono ricostruzioni, si tratta delle cumbessias, villaggi sorti attorno a santuari dove i devoti si trasferivano e trasferiscono in occasione delle ricorrenze, che comportano svariati giorni di permanenza, facendo così villeggiatura, fiere, conoscenze nuove, coltivando le vecchie e, si sa, erano queste anche occasioni di convivi con banchetti memorabili con cui si sancivano alleanze, promesse di matrimonio, ecc . . . I pellegrinaggi sono l'inizio dell'odierno turismo religioso. Il centro di tutta questa religiosità è un tempio ipogeo d'origine nuragica ove si veneravano le acque di profondità.
A Cabras pranziamo e visitiamo un piccolo ma interessante museo con reperti che spaziano in tutti i millenni della storia del territorio. Di Cabras non possiamo non nominare i Muggini, con la loro stupefacente Bottarga, di cui, ovviamente, abbiamo fatto scorta.


Un veloce passaggio da Oristano, giacché ci siamo, con visione di due diversi crocefissi, una delle nostre fissazioni. Uno, piuttosto comune, in Santa Maria Assunta e, l'altro, straziante nell'abbandono dell'agonia giunta ormai al termine, il Crocefisso di Nicodemo, posto in San Francesco è caposcuola del Crocifisso Gotico Doloroso di origine catalana.
Proprio sullo stagno c'è Santa Giusta con la sua splendida basilica in puro Romanico Sardo, posta in posizione dominante.
Ed ora verso l'interno, verso la storia antica sarda, verso la preistoria, ci attende Barumini con la sua Reggia Nuragica di Su Nuraxi e Palazzo Zapata. Vi giungiamo all'imbrunire, che fascino queste vecchissime pietre!


Al suo cospetto, nel buio pesto, ceniamo con una magnifica spaghettata alla bottarga e per l'occasione stappiamo una bottiglia di Vermentino. Dormiamo per la via, davanti alla Caserma dei Carabinieri; domani mattina vogliamo assolutamente essere tra i primi ad entrare nel complesso, non vogliamo nella maniera più assoluta che il caldo ci impedisca di vedere tutto, ma proprio tutto di Su Nuraxi, per Palazzo Zapata il problema non dovrebbe sussistere essendo tutto al coperto.

Arrivo: 174.865km ore 20 30
Percorso 145km

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